Piazza Raffaele Laudati
Piazza Raffaele Laudati ad Altamura è la piazza su cui sorge l’Istituto Tecnico Economico “Genco”. Ma chi era Raffaele Laudati? Raffaele Laudati nacque ad Altamura nel 1862 da una famiglia di antica nobiltà, nella quale avevano avuto i natali anche altri personaggi di rilievo tra cui Nicola Laudati, filosofo e giurista. Il padre lo indirizzò verso gli studi giuridici, ma terminati gli studi secondari, finito il servizio militare, egli manifestò il desiderio di abbracciare la carriera artistica e cominciò a disegnare a Napoli, senza incontrare molta opposizione da parte della sua famiglia, e cercando nuove ispirazioni si trasferì a Parigi. Il suo estro artistico inizialmente si manifestò nel disegno, ed infatti, intraprese collaborazioni con La Caricatura e con Charivari dove vennero pubblicati i suoi disegni satirici. Nel 1889, Le Figarò dedicò al Laudati alcune righe di elogio in merito alla caricatura di un ministro ungherese. A Parigi l’artista non si limitò solo a divertire il pubblico a spese delle celebrità contemporanee, ma andò nei musei per studiare gli antichi maestri e cominciò a maneggiare pennelli e colori. Dopo l’esperienza londinese del 1892, tornò in patria per imparare l’arte del dipingere. Ci rimase molti anni iniziando ad accostarsi alla tecnica del divisionismo, personalizzandola, rendendola adattabile a varie esigenze, cercando di dare l’espressione della luce, creando una tecnica originale, modellando leggermente le forme con tratti precisi e sapienti. Ritornò a Parigi verso il 1910 e fece conoscere il suo talento di ritrattista senza abbandonare la sua vena caricaturista. Una delle sue tele, raffigurante una donna alla finestra, ottenne ad un’esposizione veneziana una medaglia d’argento e ciò spinse Laudati a partecipare ad un’esposizione Parigina il “Salon” degli artisti francesi, nel 1914, con il ritratto di M. Chassaigne de Néronde attirando l’attenzione di quotidiani e riviste d’arte. Proprio quell’opera assicurò a Laudati la fama di ritrattista, e alte personalità vollero che il pittore fissasse i loro tratti sulla tela, così che durante il periodo dal 1914 al 1918, potè ritrarre molte personalità del mondo parigino. Durante il primo dopoguerra si dedicò alla realizzazione di nudi, paesaggi, ritratti, vedute di Parigi e dell’Italia. Nel 1929 Laudati eseguì un “Redentore”, nel quale appariva percepibile il carattere sovrumano di Gesù. commissionato da un Convento di Altamura. Nel 1932, dopo aver raccolto ulteriori consensi in Francia, con la moglie e figlie tornò nella sua casa di Altamura. Il ritorno a casa ispirò a La Gazzetta del Mezzogiorno un articolo commosso e pieno di entusiasmo. Grazie ad alcuni amici devoti che si erano istituiti suoi corrispondenti, egli poté continuare fino all’ultimo a prendere parte alle esposizioni d’oltralpe. Parigi gli restò fedele, fino al punto di ribattezzarlo “pittore della luce”, conservando il ricordo di questo viaggiatore che, con il suo solo talento, aveva saputo conquistare la stima e l’ammirazione di tanti amatori d’arte. Si spense a Napoli il 18 marzo del 1941. Grazie a lui nelle gallerie d’arte francesi apparvero in buon numero le scene campestri della Puglia.