La Francesca da Rimini di Mercadante all’Opera di Francoforte sul Meno.
Di quest’opera ne ho già parlato 3 anni fa, dalla scrittura alla prima rappresentazione del 2016 al Festival della Valle d’Itria. Altri festival come il “Rossini Festival in Wildbad” e quello di Wexford stanno riscoprendo le opere di Mercadante. Bisogna ringraziare l’Oper Frankfurt che ha proposto la Francesca da Rimini (in italiano con sopratitoli in tedesco e inglese) che sta ottenendo grande successo, con 7 repliche dal 26 febbraio all’8 Aprile. L’evento avviene in collaborazione con il Tiroler Festspiele di Erl, dove è stata rappresentata la prima austriaca a dicembre 2022. La rivista Concerti l’ha nominata “Produzione del mese” a febbraio.
Si può sperare che altri teatri inizino a cercare opere di Mercadante, un tempo molto rispettato. I tre ruoli principali sono estremamente impegnativi. La trama fa riferimento a personaggi storici ma il libretto ed il regista si sono presi alcune libertà narrative. La guerra tra Ravenna e Rimini deve concludersi con il matrimonio di Francesca, figlia del sovrano di Rimini, Guido da Polenta, con Gianciotto Malatesta, per suggellare l’alleanza delle due famiglie. Gianciotto, per illudere Francesca, ha mandato a corte suo fratello Paolo, più giovane e bello di lui, che si innamora della bella Francesca e lei di lui. Francesca credeva di dover sposare Paolo che invece si presenta a rappresentare il fratello; prima si sente tradita anche dal padre ma poi si adegua. Un giorno Gianciotto sorprende insieme gli innamorati che si baciano mentre leggono il libro che parla della storia d’amore tra Ginevra e Lancillotto, impazzisce di gelosia e uccide prima Francesca che cerca di difendere Paolo e poi anche lui.
Il regista Richter ha realizzato un grande spettacolo con quest’opera. Colloca a inizio Ottocento la vicenda, tramite i costumi di Raphaela Rose. La regia si concentra sullo stato emotivo dei protagonisti, introducendo un poetico sdoppiamento dei tre personaggi principali, tramite 3 ballerini che compiono una versione alternativa dell’azione.
Lo spagnolo Ramón Tebar guida con verve l’Orchestra dell’Opera di Francoforte, attraverso questa musica appassionata. Tebar non è insensibile alle diverse preziosità strumentali presenti nella partitura e trova un’ottima sponda nella qualità dell’orchestra. I musicisti sono nella loro forma migliore, in particolare i solisti di fiati dettagliano bellissime melodie; l’arpa accompagna ben tre parti, tra cui quella di Francesca nella sua ultima grande aria del II atto. Adeguata la compagnia di canto dominata dalla eccezionale Jessica Pratt, il soprano tra i migliori belcantisti, con vocalità limpida e acuti svettanti. Al suo debutto in un’opera di Mercadante, è impressionante, sia nei pianissimi, sia nell’innescare acuti che sono veri e propri fuochi d’artificio. Nello spettacolo di aprile viene sostituita da Anna Nekhames. Il giovane mezzosoprano Kelsey Lauritano canta Paolo con voce agile ed elegante, una dizione fantastica, con un timbro brillante ed espressivo; i duetti con Jessica Pratt sono stati di squisita bellezza.
Il tenore Theo Lebow interpreta un Gianciotto pazzo di gelosia. Padroneggia con eccellenza i requisiti vocali voluti dal compositore. Estremamente versatile, brilla soprattutto nel secondo atto.
Adeguati e interessanti i personaggi di contorno: il baritono Erik van Heyningen (Guido) che
partecipa ad un bellissimo trio del I atto, Karolina Bengtsson (la serva Isaura), commovente nel “tu piangi? e Brian Michael Moore (Guelfo) il bieco aiutante di Gianciotto. La scenografia astratta e spoglia è di Johannes Leiacker; mostra una grande stanza con due pareti, bianche nel I atto e nere nel II. C’è un letto e un pianoro roccioso. La parete di fondo si apre e rivela una rovina avvolta nella nebbia, che rappresenta anche il monastero in cui Francesca si ritira. Nel letto Francesca nasconde le lettere d’amore di Paolo. Numerosi libri intorno al letto. Con un’illuminazione sapiente di Jan Hartmann, ombre inquietanti vengono proiettate sulla parete destra. Dietro si nascondono tre ballerini che nel II atto, si uniscono ai loro originali.
I critici dicono anche che l’opera è un capolavoro eccezionale, incredibile che musica stupenda ci sia dentro ed è difficile immaginare come sia rimasta dormiente per quasi 200 anni; è auspicabile che continui a ricevere maggiore attenzione sui palcoscenici. La sua musica può certamente tenere il passo di quella di Rossini, Bellini e Donizetti. Mercadante riformò dolcemente il canto lirico e diede slancio ai suoi colleghi, eppure oggi è noto solo agli intenditori. Molto corposa la prova del Coro dell’Opera che canta con forza ed energia; molto spesso aiuta a completare il quadro.
Il teatro sempre al completo assiste ad applausi convinti per il cast (meno per la squadra di regia), prolungati e intensi alla fine della rappresentazione da parte di un pubblico che, all’inizio titubante, man a mano incuriosito, si addentra con entusiasmo nella passione della vicenda. Se vale la pena rispolverare quest’opera, serve anche una produzione migliore di questa. La colonna sonora di Mercadante è affascinante: un sacco di arie ornamentali. La sua musica presenta molti motivi commoventi e molto finemente disegnati. Ha dato alle sue opere un brio drammatico che prima non esisteva. Questo, per ora, il trailer.
Per chi volesse ripassare la trama di Francesca da Rimini riporto questo film in bianco e nero del 1949, appena rivisto in TV , mentre cercavo di completare l’articolo, o mentre in Germania si rappresenta l’opera di Mercadante.