Grotte rupestri “Le Sette Camere”
Le grotte sono luoghi di sconfinato fascino. Sono un dono della natura che l’uomo nel corso degli anni ha adoperato come luogo di devozione e d’insediamento urbano. La grotta è stata per i gravinesi il simbolo del grembo materno, luogo di nascita, di protezione e di conservazione di tutto, persino del corpo decomponibile. Per queste ragioni, imprigionarono nelle grotte i loro protettori e i loro santi. Le grotte sono state trasformate anche in santuari e luoghi di preghiere, di meditazioni, d’incontri spirituali e collettivi. Sul costone del burrone difronte al sole e, come occhi spalancati, si presenta il cosiddetto complesso di grotte rupestri “Le Sette Camere” a Gravina in Puglia: ambientazione suggestiva e misteriosa, affascinante e seducente, location di tracce di miseria e di nobiltà. Sette camere scavate nella roccia nell’età paleocristiana, intercomunicanti tra loro, sul precipizio della “Gravina”. Un habitat roccioso unico al mondo: parola di regista. Quelle grotte sono lì a dispetto di chi sorvola tanta bellezza di un luogo di sconfinata grazia. Sono lì come potenziali generatori di ricchezza economica del territorio, sono lì ad accogliere, a braccia aperte, i tanti forestieri escursionisti, soprattutto chi si occupa di cinema. Frequentazioni che sicuramente favoriscono scambi culturali e crescita umana e civile. Raccontiamolo ai ragazzi!
Foto di Carlo Centonze.