Giancarlo Liuzzi, Gravina e la storia dell’abbandonato Centrone, il più grande cinema-teatro del barese
È stato per decenni il più grande cinema-teatro della provincia di Bari, dotato com’era di una sala da 2000 posti a sedere posta all’interno di un monumentale edificio in stile tardo liberty. Parliamo del Centrone di Gravina in Puglia, un “gigante” dell’intrattenimento che giace però abbandonato da più di trent’anni, pur continuando a conservare al suo interno palchi, cineprese, locandine e manifesti, quasi fosse in attesa di una sua insperata riapertura.
Il politeama prende il nome del suo fondatore, Leonardo Centrone, che lo inaugurò nel 1947. Originario della vicina Grumo Appula, l’imprenditore una volta stabilitosi a Gravina si trasformò da semplice operaio in titolare di diverse cave di tufo, caratterizzate da innovative macchine per il taglio della pietra da lui stesso ideate.
Leonardo riuscì così in poco tempo a racimolare parecchio denaro che decise di investire in un settore di grande prospettiva com’era quello dei film. Inizialmente provò ad acquistare il Margherita di Bari, ma difficoltà burocratiche e politiche lo indussero a realizzare un teatro ex novo.
E così il 6 gennaio del 1947 il Cinema Teatro Centrone divenne realtà, realizzato dall’impresa edile Girolamo Candido di Gravina in Puglia. Per ben 43 anni rappresentò un punto di riferimento per tutta la provincia, grazie a proiezioni di pellicole, spettacoli teatrali, concerti, conferenze e show: una vita gloriosa che ebbe però termine nel 1990.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e Perché come tante altre sale baresi, anche il Centrone non riuscì più a sostenere spese di gestione sempre più elevate a fronte di un calo degli spettatori dovuto soprattutto alla diffusione deglihomevideo. barinedita.it e di sua proprietà.
Così dovette chiudere i battenti e da 31 anni giace completamente inutilizzato: un vero e proprio spreco al quale i proprietari hanno cercato di porre rimedio coinvolgendo, tra il2008 e il 2011, anche le istituzioni. Ma l’ingente costo per la messa in sicurezza e il ripristino degli impianti ha bloccato qualsiasi progetto di riutilizzo, tanto che nel 2020 è stato definitivamente messo in vendita. Po
Siamo andati a visitare il glorioso cinema, guidati da uno degli eredi di Leonardo Centrone: il 72enne nipote Giovanni Cancellara, accompagnato dal figlio Francesco. È lui ad aprirci le porte del maestoso edificio color ocra che si staglia in corso Alcide de Gasperi, non lontano dalla centralissima piazza Arcangelo Scacchi. «Qui ci sono nato e cresciuto – esordisce – all’ultimo piano ci sono ancora i due appartamenti in cui vivevo con la mia famiglia. Eravamo tutti impiegati nell’attività».
Progettato in stile libertyda un architetto tedesco, l’immobile pare un piccolo castello. Presenta una facciata simmetrica tripartita da due volumetrie laterali che, sporgendo più in avanti, chiudono al centrol’ingresso principale. Quest’ultimo è poi sormontato da una loggia balaustrata sorretta da due massicce colonne doriche. Ancora più in alto si fa notare un’apertura a vetri polilobata iscritta in una cornice in pietra. Chiude il prospetto un cornicione dentellato e un parapetto con elementi geometrici che corre lungo tutto il perimetro delimitando il terrazzo.
Ma è arrivato ora il momento di entrare. Con faretti alla mano ci facciamo strada nell’ormai buia e abbandonata struttura. Superiamo così la biglietteria e accediamo al foyer: un’alta e ampia stanza tappezzata da pannelli in legno che lasciano spazio agli accessi di diversi locali laterali. In uno di questi, tra antichi manifesti e giornali d’epoca, scoviamo una cinepresa degli anni 70 ancora in ottimo stato, una datata moviola e una serie infinita di rulli di pellicole cinematografiche.
Giancarlo Liuzzi
Pubblicato da BARINEDITA il 4.01.2021