Caritea regina di Spagna
Caritea, regina di Spagna, ossia “La morte di Don Alfonso re di Portogallo” è un’opera in due atti di Francesco Saverio Mercadante, su libretto di Paolo Pola. Mercadante la compose nel 1826, per il “Teatro la Fenice” di Venezia. L’opera ebbe successo e venne replicata con la stessa accoglienza in diverse città. La Gazzetta di Venezia scrisse di non aver mai visto un successo simile. Un’opera ricca di pagine intriganti ed espressive. Si comincia con un valzer brillante ed elegante che si mescola ottimamente coi successivi squilli di tromba che rendono più eroiche le parole. La scena si svolge nella città spagnola di Toledo, dove Donna Caritea deve scegliere il suo sposo, destinato a diventare re di Spagna. La principessa è innamorata di Pompeo che però è ucciso da Don Diego, anche lui innamorato di lei. Condannato dalla regina, don Diego fugge, vagando sotto mentite spoglie per 10 anni. Caritea allora, si offre in sposa a chi le porterà la testa dell’assassino. Don Alfonso che vuole sposare Caritea decide di rapirla. Con le sue truppe giunge minaccioso sulle rive del Tago. Arriva Don Diego che riceve ospitalità nell’accampamento del re. Caritea, in abiti maschili, è decisa ad attaccare Don Alfonso, ma trovatasi in pericolo viene salvata proprio da Don Diego che, non riconosciuto, la riporta a Toledo. Don Alfonso sfida Don Diego che lo uccide e torna a Toledo dalla regina, ormai innamorata di lui. Diego si svela e chiede pietà a Caritea, che lo perdona e lo sposa. A conquistare il pubblico fu soprattutto il coro Aspra del militar, che suscitò entusiasmi patriottici, e dopo alcuni ritocchi (gloria” sostituito con “patria” e “per lunghi affanni” con “sotto i tiranni”), divenne popolarissimo tanto da essere scelto come Inno Nazionale durante i moti di Bologna del 1831, rendendo la Caritea una delle opere più popolari. Nel 1844, i fratelli Bandiera, condannati a morte, si avviarono provocatoriamente al patibolo cantando proprio “chi per la patria muor vissuto è assai”, uno stoicismo che impressionò e rese immortale quel coro. Nel film Mary Poppins (1964), la canzone “Suffragette, A Noi!” presenta una sua variazione: “chi per il voto muor, vissuta è assai”. Nel 1995 Caritea è stata riproposta al Festival della Valle d’Itria: una pregevole esecuzione, il cui merito è in gran parte del maestro Carella, che imprime un ritmo sicuro e sonorità ben calibrate.
Buon ascolto!