Non possiamo farne a meno della politica

Non abbiate paura di pronunciare la parola “politica”: è nata tremila anni fa per definire ciò che riguarda la città nel suo insieme. Chi affronta e risolve problemi collettivi con risorse pubbliche svolge un’attività politica, che si manifesta attraverso profondi contrasti. Una società senza contrasti sarebbe una società spenta e immobile: è necessario solamente evitare che diventino distruttivi, cioè gestiti con la violenza mirando all’eliminazione dell’avversario. I conflitti sono vitali per una società, perché attivano le energie umane e li obbligano a confrontarsi con gli altri. L’attività politica può essere intrapresa da qualsiasi cittadino, per passione o per vocazione, per un periodo di tempo anche limitato. Ci sono periodi storici in cui si verifica una generale partecipazione alla vita politica: milioni di persone escono dalla loro sfera privata e partecipano alla vita pubblica quando capiscono che sono in gioco i destini collettivi e che la loro iniziativa può pesare nel cambiamento. Non possiamo farne a meno della politica. Possiamo e dobbiamo cercare di migliorarla. Non abbiamo alternative. Per capire la politica bisognerebbe conoscere prima di tutto la storia del proprio paese, la storia di alcune nonne centenarie, vissute nelle nostre città murgiane, che hanno dedicato la propria vita alla famiglia, al Prossimo e a Gesù. Qualsiasi cosa facciamo oggi, siamo costretti a confrontarci con le nostre radici: interrogate i vostri padri, le vostre madri, fatevi raccontare come vivevano, così capirete meglio tante cose. Capirete sicuramente perché è importante seguire la politica e i personaggi che la incarnano: se la praticano per professione e interessi personali o per passione civile. La nobile storia del nostro territorio dell’entroterra barese merita attenzione e interesse nella politica. In questi giorni la nostra attenzione deve essere concentrata su quanti si presentano a chiedere il nostro voto, per il rinnovo del consiglio regionale. La maggior parte di noi non ama conflitti, preferisce vivere in armonia e in pace con gli altri. Ma i conflitti sono inevitabili perché le persone hanno punti di vista diversi su ciò che è bene per la collettività. Non si possono impedire i confitti se non togliendo la libertà ai cittadini. Una società libera è una società conflittuale. Non scoraggiamoci. Guardiamoci intorno, anche nel nostro piccolo, per praticare scelte coraggiose, indirizzate a raggiungere il bene comune.


Michele Gismundo

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