Il nuovo Decreto ministeriale rassicura il mondo dello spettacolo
L’ultimo Decreto del presidente del consiglio dei ministri del 13 ottobre 2020 rassicura il mondo dello spettacolo: non contiene nuove limitazioni all’agire umano nell’ambito delle frequentazioni culturali nei cinema e nei teatri. Non ci sono variazioni ai duecento spettatori al chiuso e ai mille all’aperto. Inoltre sono salve le deroghe regionali che in quasi tutta Italia consentono fino a 500 il numero dei posti occupati al chiuso nel caso di sale piuttosto grandi. E non è di poco conto: hanno tirato un sospiro di sollievo i gestori di cinema e di teatri nonché i tanti cittadini che seguono gli eventi culturali. Per i nostri governanti, evidentemente, è risultato importante l’esame – da parte degli esperti – del rapporto sui bassissimi dati dei contagi nei cinema e nei teatri. Non ci sono stati trattamenti particolari per il mondo dello spettacolo, anche se qualcuno parla di una battaglia vinta. Noi riteniamo invece che si è trattato di una seria e responsabile questione di principio: i luoghi dello spettacolo sono sicuri. L’agire degli spettatori e dei gestori delle sale spettacolo si è rivelato nel rispetto delle norme sanitarie. A bella posta e a denti stretti si direbbe sono intervenuti in questo frangente i rappresentanti istituzionali degli operatori del settore. Sono intervenuti a ragion vedute, aggiungiamo convintamente noi, perché non ha senso “penalizzare” a destra e a manca, generalizzare le restrizioni senza nessun distinguo. Non è segno di civiltà della sicurezza e della crescita sociale fare “tutt’erba un fascio”. Riconosciamo senza alcuna piaggeria l’azione governativa, svolta in questo momento di forte preoccupazione sociale. Lo Stato italiano non può disconoscere l’attaccamento autentico dei suoi concittadini all’arte, alla bravura dei suoi talenti, allo sforzo di tanta eccellenza, che fuori dall’Italia ci onora e ci riempie di orgoglio. Occorre adesso “una grande campagna di comunicazione per convincere gli italiani a tornare nelle sale”. Nelle sale dove si svolgono le iniziative a carattere culturale. Se il cinema piange, i teatri in generale vivono la situazione più difficile, in pratica sull’orlo del collasso. Anche con gli attuali 500 posti, per chi ha potuto godere della deroga regionale il pubblico è ridotto ad un terzo, così i ricavi. Non è un caso che i grandi teatri del mondo al momento siano chiusi. In Italia evidentemente sono stati sorretti in un certo senso dalla mano pubblica. Ma se è vero che nessun cinema o nessun teatro può sopravvivere solo con il botteghino, è vero anche che è impossibile sostenersi senza i ricavi dei biglietti o con introiti così ridotti. Da qui l’appello per il cinema e per il teatro lanciato in tutta Italia e a tutti i livelli: noi facciamo nostro questo appello. I cinema e i teatri devono continuare la loro vita perchè rappresentano mezzi straordinari di diffusione della cultura e sani momenti di autentica aggregazione umana e sociale. E’ necessario andare avanti. Certo in sicurezza. Ciascuno di noi farà la sua parte. Mai scoraggiarsi. Auguri a tutti.
Michele Gismundo