“L’imperfetto. Giochi d’altri tempi”, l’ultimo romanzo del prof. Ugo Rubini
L’altra sera, 4 settembre 2020, a Montescaglioso, in una cittadina di quasi 10 mila abitanti molto vicina ai centri murgiani del barese, sorprendentemente bella con il suo centro storico ristrutturato, accuratamente pulito e ordinato, i palazzi e le botteghe tirate a nuovo senza graffiti, le chianche della pavimentazione stradale posate con maestria che riflettono la luce calda dell’illuminazione serale, il prof. Ugo Rubini ha presentato il suo ultimo romanzo “L’imperfetto. Giochi d’altri tempi” (Il Grillo Editore, 2016. Pagg. 289. Euro 15). Il clima gradevole di fine estate, la Piazzetta dell’Orologio, angolo suggestivo dal quale si scorgevano i tavolini all’aperto di un ristorantino addossato alle abitazioni d’epoca ancora senza ospiti, rendevano la situazione favorevole all’ascolto che di lì a poco l’autore avrebbe fatto del suo libro, in una conversazione dal tono familiare con la prof.ssa Elisabetta Fallagario. Poco distante, dall’altro lato della strada centrale che sale verso l’Abbazia di S. Michele Arcangelo, c’era la fila di gazebo delle varie case editrici che attestava lo svolgimento della fiera del libro, giunta alla sua ultima giornata. L’angolo della Piazzetta dell’Orologio, quando ci siamo seduti, con alcuni amici dell’Associazione culturale AlGraMà, era abbastanza affollata. Il prof. Rubini, docente di lingua e letteratura tedesca alle Università di Bari e della Basilicata, germanista, scrittore e autore teatrale, pluripremiato, è un uomo di straordinaria umanità e cultura. Bambino a Brienza, ma da tempo immemorabile residente nelle lande murgiane, ha tenuto l’uditorio in affascinato silenzio, quando ha rievocato la sua infanzia nella cittadina potentina. A Brienza, ci ha rivelato, non giocava mai con i compagni di scuola, non perché non gli piacesse; infatti, destino volle che ogni giorno percorresse a piedi la strada per andare e tornare da scuola accompagnato sempre, mano nella mano, dalla maestra elementare, una siciliana che aveva affittato una camera nella casa di famiglia. Da quella lontana esperienza, solitaria e isolata come può essere solitario e isolato un paese di montagna del Sud, alla vita universitaria in città, ai viaggi a Vienna, all’interesse per la cultura mitteleuropea, all’amore per il teatro (ha citato l’August Strindberg de “La signorina Giulia”), al piacere per la musica (compresa la musica Yiddish), il passaggio è stato lungo ed è stato colmato con gli studi, il lavoro universitario e le opere letterarie. Abbiamo acquistato il libro e ci proponiamo di leggerlo subito, spinti dalla descrizione fattane l’altra sera dallo scrittore. Se è lui quel “giovane bruno, alto e magro” che sale “appena in tempo su un arrancante treno a vapore” e prende “posto accanto ad una giovane…infastidita dall’ultimo arrivato ”(cap.1), allora seguiremo con interesse la narrazione, tanto più che ci incuriosisce anche l’anticipazione di alcune tematiche contenuta proprio nel capitolo iniziale: la seduta di laurea con i candidati “tutti maschi”, “la distaccata e generale indifferenza” della commissione esaminatrice (impressione ancora attuale), “l’evidente disprezzo” per aver scelto la tesi sull’opera di uno scrittore ebreo. E’ poco quello che abbiamo letto, ma “l’incipit è luogo testuale decisivo per le indicazioni che disvela sull’opera”, sosteneva Pasquale Guaragnella. Poi è stata la volta del concittadino Piero Amendolara, che ha presentato il libro “Dentro l’orizzonte. Gravina un paese del Sud”. L’attore e regista Sergio Rubini ha chiuso l’evento nella bellissima Abbazia benedettina di Montescaglioso.
Giuseppe Marrulli