La via Sacra del Buoncammino
Lungo la Via per la Mena, che anticamente portava a Bari, prima del Pulo e del sito dell’Homo Arcaicus, in prossimità di una tufara, gli altamurani eressero una nicchia a protezione della immagine della Madonna.
Per il viandante era un luogo obbligato di passaggio e di sosta, nella piana, prima di inerpicarsi lungo la salita difficoltosa che si proiettava verso l’altura e lungo boschi insidiosi.
I mercanti che “esportavano” merci (lana, legumi, cereali, latte, prodotti caseari) in Bari e nelle cittadine costiere ed i pellegrini – provenienti dall’ entroterra appulo-lucano – che intendevano raggiungere la Basilica di San Nicola o i porti dell’Adriatico per imbarcarsi verso la Terra Santa, vi sostavano, si ristoravano e pregavano in prossimità dell’edicola e si affidavano alla Madonna perché li proteggesse lungo il percorso.
Nella prima metà del XVIII secolo già esisteva una piccola edicola dedicata alla Madonna, sulla via per La Mena, che portava verso Bari. Il 9 giugno 1747 il canonico Giambattista de Nicolai, dopo aver avuto un suolo in dono dalla signora Selvaggi Angiola, vicino l’edicola, vi fece costruire una cappellina a croce greca, in cui fu dipinto un affresco con l’immagine della Madonna del Buoncammino.
Nel 1844 il canonico Tommaso Carlucci affiancò all’antica cappella una cappella più grande, con la volta a botte, dotata di organo e vari arredi sacri. Per soddisfare la devozione di tutti coloro che andavano verso Bari, venne aperta una porta laterale, con architrave e stipiti in pietra, e uno spioncino dal quale si poteva vedere ed invocare l’immagine di Maria.
La Via per La Mena – ove sorge attualmente il Santuario della Madonna del Buoncammino – collegava la Via Appia con la Via Traiana. Rientrava (o doveva rientrare) nelle arterie complementari della Via Francigena ove convergevano e transitavano pellegrini delle Calabrie, della Lucania e dell’entroterra murgiano, oltre che importanti interessi commerciali.
La Via Sacra del Buoncammino costituisce un itinerario spirituale e culturale ricco di interessi storici, archeologici, paesaggistici e paleontologici che vanno legati da un unico filo. Percorso che non può essere ignorato da istituzioni pubbliche e comunità, le quali dovranno orientare attenzione, progetti ed investimenti.