“La via micaelica murgiana”: progetto-modello presentato al ministero del turismo
Oggi qualsiasi attività si voglia intraprendere o continuare a svolgere deve porsi in un quadro di compatibilità con le esigenze di cambiamento imposte dalla deriva delle condizioni climatiche e ambientali. La diffusione del contagio da Covid 19 – legata anch’essa alla malattia del Pianeta, come abbiamo potuto constatare dagli sprazzi di sereno durante il lockdown – ci costringe a nuove e imprescindibili modalità di organizzazione del nostro stile di vita e delle iniziative economiche. All’apertura del “Festival dello sviluppo sostenibile”, il 22 settembre scorso, è stato sottolineato come le risorse finanziarie messe in campo dal Governo nazionale e dall’Unione europea debbano essere indirizzate, tra l’altro, alla doppia transizione “ecologica e digitale” del nostro sistema produttivo. In particolare, Enrico Giovannini (portavoce dell’ASVIS, Associazione per lo Sviluppo Sostenibile) ha richiamato gli obiettivi da perseguire per rimanere in linea con l’Agenda ONU 2030. Tra questi emergono i seguenti: -Salvaguardare e rafforzare l’infrastruttura culturale in ogni territorio.
-Accelerare la transizione digitale come driver per lo sviluppo sostenibile. Il turismo non si sottrae a tale nuova logica. L’idea di Gianni Moramarco di tracciare una linea di continuità tra la collina materana e i centri murgiani della Terra di Bari, con uno sconfinamento nel potentino, risponde prima di tutto ai canoni del turismo religioso: la rievocazione dell’antico culto micaelico mira a far riaffiorare in superficie dalle cavità carsiche dell’altopiano pugliese i riti, la fede, la tradizione, l’arte, in breve la cultura sepolta da secoli sotto la polvere dell’oblio. Ma, a ben guardare, quell’idea prospetta anche un intervento di recupero della nostra storia locale, che affonda le radici nell’era dei cristiani delle catacombe, contrapponendo all’immagine di S. Nicola che viene dal mare quella dell’Arcangelo Michele, più cavernoso, santo guerriero che, spada in pugno, sconfigge i mali dell’umanità. Con sorprendente tempismo, l’idea si presta ad assecondare l’obiettivo dello sviluppo economico nei territori regionali secondo la nuova visione del “Green New Deal”, in quanto la strada che parte da Montescaglioso per arrivare a Minervino Murge e, quindi, allungarsi fino ad Acerenza attraversa ambienti naturalistici e centri urbani di primaria bellezza, pienamente annoverabili tra le mete turistiche in grado di contribuire alla ripartenza del settore. Tuttavia, qualsiasi proposta è destinata a rimanere inascoltata se gli estensori non si sforzano di esprimerla secondo i linguaggi della modernità, fondati sul ricorso a strumenti informatici, digitali, che possono essere replicati in ogni realtà territoriale. Allora, ecco che ricompare il concetto di transizione digitale delle attività economiche e delle applicazioni lavorative, cui bisogna uniformare l’offerta turistica.
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo (MIBACT) ha indetto un bando di concorso denominato “Viaggio in Italia. Nuovi modi di raccontare il turismo”, che premierà le iniziative originali e inedite che valorizzano le tre direzioni indicate dallo stesso Ministero per la ripresa del comparto, duramente colpito dalla crisi pandemica: il turismo di prossimità, il turismo nei borghi e il cosiddetto “slow tourism”. La nostra Associazione Algramà ha presentato sabato scorso la domanda di partecipazione al contest ministeriale, sviluppando l’idea originale della “via micaelica murgiana” come un progetto-modello per la valorizzazione economica dei territori interni dell’Italia. In linea con le specifiche indicazioni del bando, abbiamo pensato di racchiudere il nostro modello, in futuro, in un’App informatica, nella quale interagiscono varie basi di dati digitali che rendono la gestione dell’itinerario turistico agevole, veloce e fruibile attraverso lo smartphone. L’applicazione dovrà contenere tutte le informazioni sui siti turistici da visitare e integrare tutte le fasi in cui si articola un viaggio, dalla prenotazione fino al pagamento dei vari servizi turistici richiesti. Al di là dell’esito del concorso, che sicuramente avrà registrato numerose adesioni, è stato importante inserire il nostro percorso murgiano – che va ascritto all’impegno di Algramà, oltre che a quello del suo ideatore – nella tematica generale dello sviluppo turistico sostenibile. Abbiamo così conferito alla “via micaelica” una veste di “primo impianto”, che può costituire un utile punto di partenza per allargare la notorietà del progetto e sottoporlo poi alla valutazione di altre figure istituzionali, in primis di quelle operanti sul nostro territorio.
Giuseppe Marrulli
Molto interessante. Sarebbe opportuno inserire le tappe di Spinazzola e Palazzo S. Gervasio
Iniziativa molto bella. Originale l’aver coniugato l’aspetto religioso con quello Murgiano. Un grosso in bocca al lupo!!!