Halloween: storia della “Notte di tutti gli spiriti sacri”
Ci avviciniamo alla fine del mese di ottobre e i più piccini si divertiranno a mascherarsi per la cosiddetta “Notte di Halloween”. Nel suo senso originario questa “festa” affonda le sue radici nella storia e non è proveniente dagli Stati Uniti d’America come molti credono. Halloween ha un significato antropologico più profondo di quello che si crede, che tuttavia si è perso nel corso dei secoli, trasformandosi in un evento prettamente commerciale.
Il termine Halloween deriva dalla forma contratta “All Hallows’ Eve”, cioè “Notte di tutti gli spiriti sacri” e per estensione “la notte prima di ogni santo”. Secondo alcuni studiosi la festa è collegata alla dea romana Pomona, la divinità dei frutti da raccogliere sugli alberi e delle due coltivazioni simbolo della macchia mediterranea, la vite e l’olivo. Tuttavia non si conoscono feste in suo onore, né dai calendari antichi né dalle fonti letterarie classiche. Secondo altri studiosi Halloween risalirebbe alla Parentalia, la festa dei morti. Anche in questo caso la Parentalia, oltre ad avere carattere prevalentemente privato, si celebrava nel mese di febbraio dal 15 al 21.
In realtà Halloween affonda le origini nella tradizione celtica e corrisponde al capodanno Samhain, festa pagana di origine gaelica. I celti credevano che, nel passaggio dalla stagione della raccolta all’inverno, il muro invisibile tra il mondo dei vivi e quello dei morti fosse più sottile, perciò i defunti tornavano a vagare per i luoghi in cui avevano vissuto.
I celti avevano un rito legato a questa ricorrenza: svuotare una grande rapa e inciderla con il volto di un demone per poi illuminarla dall’interno con un cero. Alla base di questa pratica c’è la figura di un personaggio leggendario: Jack o’Lantern. Un racconto popolare irlandese narra che un certo Stingy Jack (Jack l’avaro), un ubriacone e spilorcio truffatore, riuscì a ingannare perfino il diavolo, costringendolo a vietargli l’ingresso all’inferno. Quando arrivò il suo tempo e Jack morì, a causa della sua vita da peccatore non gli fu permesso entrare in paradiso. Poiché il diavolo gli aveva promesso di non accoglierlo nell’inferno, egli fu costretto a vagare per sempre nel buio dell’oltretomba. Per illuminare il suo cammino, Jack costruì una lanterna, ricavata da una rapa con un tizzone di carbone ardente all’interno. Questa figura divenne nota con il nome di “Jack of the Lantern” (Jack della lanterna, appunto), quindi per contrazione Jack o’ lantern.
Nell’Irlanda pre-cristiana, la dea associata al Samhain era Mórrígan, divinità della guerra e del fato, una figura descritta come mutaforma, trasformativa. Questo probabilmente è associato alla tradizione di mascherarsi nella notte di Halloween, per rappresentare angosce o speranze, o semplicemente per demonizzare la morte.
La Cristianizzazione dei simboli pagani, dei templi, delle festività e dell’iconografia religiosa è sempre stata una pratica diffusa da parte dei pontefici e si applicò, dunque, anche al Samhain gaelico. Papa Bonifacio IV aveva già fissato il 13 di maggio come giorno di Ognissanti, ma Gregorio III spostò questa ricorrenza al primo novembre, probabilmente per cristianizzare il giorno del Samhain. Dopo che fu cristianizzata, la notte precedente Ognissanti divenne una notte di veglia e preghiera in cui tutti santi sono onorati. In Irlanda tuttavia si continuò a festeggiare il Samhain.
La consacrazione della festa di Samhain in tutto il mondo, trasformata però in Halloween, avviene grazie all’incontro tra la cultura popolare irlandese e gli Stati Uniti d’America. Infatti, a metà del XIX secolo, molti irlandesi, per sfuggire alla grande carestia scoppiata tra il 1845 e il 1848, emigrarono negli USA, portando anche il loro folklore. La tradizionale celebrazione del Samhain continuò anche nel nuovo mondo, tuttavia gli immigrati irlandesi scoprirono che le zucche, comuni in Nord America, erano molto più adatte a essere intagliate rispetto alle rape.
Con il passare del tempo, l’antico capodanno celtico è divenuto solo una festa consumistica legata alla paura dei morti. Beh! io ho più paura dei vivi che dei morti.
Renzo Paternoster