Gli Orsini Signori di Altamura, un salto indietro di 600 anni
È nostra abitudine associare il nome degli Orsini alla città di Gravina in Puglia e questo accade perché tale famiglia governa sul ducato di Gravina per circa quattro secoli ininterrottamente. I primi riferimenti storici sulla grande famiglia Orsini risalgono al XII secolo quando ancora si chiama Bobone. Il capostipite della famiglia laziale è un certo Orso di Bobone, un politico talmente influente che i discendenti iniziano a chiamarsi Bobone – Orsini, tagliando fuori, successivamente, il cognome originario.
La storia di Altamura si incrocia con gli Orsini negli anni novanta del 1300, quando l’espansione dei territori di Raimondo Orsini del Balzo si estende a quasi tutta la Puglia.
Raimondo, detto Raimondello, è figlio di Nicola Orsini 3° conte di Nola e prende in dote il cognome “del Balzo” da sua nonna paterna che ha venduto tutti i suoi gioielli per farlo diventare cavaliere e condottiero. Raimondo si imbarca per la Prussia, riuscendo ad entrare nell’Ordine dei cavalieri teutonici con il diritto di portare il mantello sul quale è raffigurata la croce dell’Ordine tagliata a metà (a forma di T).
Tornato in Puglia, nel 1385 si sposa con Maria d’Enghien (1369-1446), figlia del conte Giovanni di Lecce e di Sancia Del Balzo, appartenente a una delle famiglie più illustri del Regno. Grazie a una serie di voltafaccia Raimondello approfitta della situazione politica in cui riversa il regno di Napoli, schierandosi dapprima con il ramo degli Angiò – Durazzo e, successivamente, con il ramo francese degli Angiò. Accortosi che quest’ultimo sta avendo la peggio, fa atto di sottomissione a Ladislao I di Durazzo, una mossa questa che gli vale, già nel marzo del 1399, la promessa della futura concessione reale del Principato di Taranto. È dunque principe di Taranto, conte di Soleto, dominus della Contea di Lecce, barone d’Altamura, e signore di diritto o di fatto di una serie di altri feudi e località, diventando il feudatario più ricco d’Italia con entrate che quasi superano quelle dello stesso re di Napoli. Di lui si racconta che durante un pellegrinaggio in Terra Santa abbia visitato personalmente il luogo di sepoltura di Santa Caterina d’Alessandria sul monte Sinai e nell’atto di baciare la mano del corpo mummificato della Santa in segno di venerazione abbia sottratto un dito della salma, staccandolo con un morso e nascondendolo in bocca fino al suo rientro in Italia. Pare che egli abbia portato tale reliquia in Salento, conservandola nella Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina, un capolavoro di arte francescana, dove viene sepolto nel 1406 a causa di una morte improvvisa.
Dal matrimonio con Maria d’Enghien nasce Giovanni Antonio, detto Giannantonio, e Gabriele. Alla morte del padre Giannantonio non eredita il governo del Principato immediatamente, in quanto la madre sposa Ladislao di Durazzo, Re di Napoli, che ne requisisce i possedimenti. Insieme alla madre si trasferiscono a Napoli, dove restano anche a seguito della morte di Ladislao. Solo nel 1417 vengono liberati e possono tornare a Lecce e nei loro possedimenti. Da questo momento in poi Giannantonio continua la sua politica di espansione iniziata dal padre, riuscendo a conquistare anche la contea di Matera. L’alleanza con Alfonzo V d’Aragona (diventato nuovo re di Napoli) lo fa diventare il più potente feudatario napoletano del 400’ (si dice che le terre da lui possedute erano così tante che egli poteva cavalcare da Napoli fino a Taranto senza mai toccare terra altrui). Dopo la morte di Alfonso V (27 giugno 1458), Orsini Del Balzo non solo si rifiuta di rendere a Ferdinando I (Ferrante), figlio e successore di Alfonso, l’homagium, cioè l’atto di omaggio feudale, ma pretende la cessione dell’intera fascia costiera settentrionale della Terra di Bari. Mira, infatti, alla creazione di un esteso Stato unitario, comprendente non soltanto la Terra d’Otranto e l’intera Terra di Bari, ma anche parte della Basilicata orientale.
Altamura all’interno del principato orsiniano occupa un posto di indubbio interesse per lo meno dal punto di vista strategico, sede di uno dei distaccamenti della gente d’arme (dell’esercito) del principe. Il suo castello (oggi demolito) è una residenza in cui Giannantonio passa molto tempo. E proprio nel castello altamurano il 15 novembre del 1463 Orsini Del Balzo muore per un grave attacco di malaria quartana. Altre voci dicono che sia vittima di una congiura e che venga assassinato da due suoi fiduciari corrotti dal re Ferrante.
Non avendo lasciato eredi legittimi, la linea Orsini de Balzo cessa di esistere, lasciando tutti i suoi possedimenti al demanio statale. Con Giannantonio si conclude il legame degli Orsini con la città di Altamura durato quasi settant’anni.
Davide Matera