Vietato dire non ce la faccio: Nicole Orlando a Gravina
Durante la settimana dedicata al progetto nazionale “Io leggo perché”, l’Istituto Comprensivo “San Giovanni Bosco-Benedetto XIII-Poggiorsini” di Gravina in Puglia, guidato dalla dirigente scolastica dott.ssa Lucia Pallucca, ospiterà sabato 26 ottobre a partire dalle ore 10.00 presso il cinema-teatro “Sidion” di Gravina in Puglia, l’atleta paralimpica Nicole Orlando che presenterà il suo libro “Vietato dire non ce la faccio”, edito da Piemme.
L’appuntamento è stato organizzato dal gruppo che si occupa del “Progetto Lettura riservato agli alunni della scuola media “Benedetto XIII” e della scuola media “Cirasola” di Poggiorsini. L’invito quindi, è riservato ai ragazzi della scuola media (e ai loro genitori) è stato esteso agli alunni delle classi quarte e quinte della scuola primaria “San Giovanni Bosco” ma, è ovviamente aperto a tutti gli interessati. Nei mesi scorsi, il progetto lettura aveva organizzato gli incontri con la scrittrice gravinese Annamaria Pappalardi e con Luigi Garlando, giornalista de La Gazzetta dello Sport.
Nicole Orlando è nata nel 1993 con quello che lei stessa chiama “il cromosoma della felicità”. A novembre 2015 è entrata nella storia vincendo, in Sudafrica, quattro medaglie d’oro e una d’argento ai Mondiali per atleti con la Sindrome di Down.
Nel libro autobiografico Nicole Orlando si racconta con l’aiuto della giornalista della Gazzetta dello Sport Alessia Cruciani, parlando della sua vita, di quando frequentava la scuola, di quando praticava ginnastica artistica, spiegando l’importanza che lo sport ha avuto nella sua vita e di tutte le occasioni che l’hanno resa una grandissima atleta.
Nicole attraverso il suo libro, fa emergere il coraggio e la determinazione nel demolire i muri che spesso ostacolano il cammino delle persone con disabilità e far sì che i sogni si avverino. Per questo l’evento, in cui si parlerà della disabilità e dei suoi effetti sulla vita di un individuo, si prospetta come una opportunità per riflettere sul valore positivo della diversità e rappresenta un’occasione educativa in cui la retorica lascerà spazio alla sensibilità e alle emozioni vere.