NOI SIAMO DOMI
Sabato 4 marzo 2023 presso il Monastero del Soccorso si è celebrato l’8 anniversario dell’efferato
attentato che il 5 marzo 2015 è costato la vita a Domenico Martimucci, il nostro Domi, Zidane per
gli appassionati di calcio, comunque caro alla città e a ciò che rappresenta.
Per l’occasione sono intervenuti tra gli altri l’avv.Giuseppe Proggi per la famiglia, il procuratore Dottor Renato Nitti della
procura di Trani, l’autore della scultura esposta in piazza Resistenza Gianfranco Meggiato, Don
Angelo Cassano per l’associazione “Libera”.Domi ha mosso lo sdegno accorato della società civile,
di tutto il mondo del Calcio, anche a livello nazionale, senza trascurare altri settori della vita
pubblica che hanno investito Domi del carisma della sensibilizzazione e della denuncia. Di
particolare plauso l’attività dell’associazione ONLUS “Noi Siamo Domi”, amici di sempre di una
generazione, forse, che nella battaglia nel nome di Domi ha tracciato il solco di impegno autentico,
quotidiano, civile. La presenza delle scuole ha chiarito in modo inequivocabile la direzione del
messaggio: le nuove generazioni. I giovani hanno risposto con partecipazione composta, di
raccoglimento nei momenti più alti della celebrazione; dalla testimonianza di Don Angelo Cassano
che ha sottolineato il focus di “Libera” nella lotta contro le mafie, alla potestà istituzionale,
culturale, umana e pedagogica del procuratore Nitti che ha proposto la drammatizzazione di fatti
realmente accaduti nella attività investigativa, con identità celate.
Un passaggio fondamentale della lotta alla mafia originato dall’interrogatorio di un collaboratore
di giustizia che ha ripercorso tutte le tappe della storia del suo itinerario mafioso, dal
reclutamento alla integrazione, allo spaccio, al giuramento di fedeltà, alla “tecnica della
propaganda” del fondamento del fenomeno mafioso: l’omertà. Momento centrale della
narrazione la condanna della madre del “pentito”, del suo tradimento, “dell’infamia”di aver
denunciato l’organizzazione criminale. Altra testimonianza toccante è stata resa da Pinuccio Fazio
che ha speso ogni energia per rendere vivibile Bari Vecchia, dopo la tragedia dell’ omicidio del
figlio Michele, incappato nel bel mezzo di un regolamento di conti tra le cosche Strisciuglio e
Capriati: ci è riuscito. In sintesi per la cronaca Altamura può in termini investigativi di attenzione da
parte degli inquirenti, essere divisa in pre e post delitto Martimucci come ha semplificato il
procuratore Nitti per ciò che ha significato per l’attività della procura contro la criminalità locale.
La scultura itinerante presentata in Piazza Resistenza ad Altamura è stata già esposta a Palermo
nel 2018, a Prato nel 2022. La “ Spirale della Vita” ha colto nel suo stringente abbraccio i caduti
pugliesi nella lotta contro la mafia con i simboli sacri della cultura dell’antimafia, Giovanni Falcone
e Paolo Borsellino.
La cultura della legalità assume il ruolo fondamentale di baluardo per dotare la società di anticorpi contro la
sopraffazione, il malaffare, il degrado, la corruzione, la deriva della dignità umana, promuovendo il
lavoro, i servizi, la eguaglianza di opportunità sociali, la meritocrazia, coinvolgendo in questo
circolo virtuoso la Scuola, lo Sport, la Politica, il Welfare, la tolleranza, l’accoglienza. L’Arte non si
sottrae al disegno superiore di offrire il proprio contributo, ricerca di ogni forma di Bellezza.
L’artista Gianfranco Meggiato lancia nello spazio la sua “Spirale della Libertà” ,in senso
volutamente orario perciò naturale, ordinato, rappresentazione dell’eterna lotta tra il bene il
male, celebrando la libertà individuale, atomo della libertà sociale che si innalza a valore
transeunte e metafisico, ergendosi a baluardo della legalità e del diritto alla vita sotto l’insegna
dell’impegno umano e civile, della partecipazione e della giustizia. La installazione che funge da
corollario del nucleo centrale composta da sacchi con su riportati i nomi delle vittime delle mafie
di Puglia, ordinati a formare una ideale trincea contro il Male e nel contempo monito perenne e
memoria, perché tutto questo non si ripeta e si ponga da argine alla violenza delle mafie. La
consegna da parte della dirigente professoressa Maria Giordano e dei prof Nicola Denora e Silvio
Teot dell’I.P.S.S.C.T Denora- Lorusso dei diplomi di qualifica di maturità di Domi Martimucci, mai
ritirati, ha concluso l’intensa cerimonia nell’emozione generale.
Leonardo Denora