L’Italia ha bisogno di più bambini e di più persone al lavoro … per gli anziani e i bisognosi di cure

Il recente report dell’ISTAT, mostra una situazione preoccupante della demografia italiana. Si evidenzia il crollo delle nascite e il calo della popolazione, fattori che influenzeranno il futuro del Paese sia dal punto di vista sociale che economico.

            I fenomeni descritti dall’Istituto Nazionale di Statistica delineano dei segmenti che peseranno su tutta la piramide demografica. La popolazione cala ovunque nel Paese: complessivamente diminuisce di 384.000 unità su base annua. Il numero medio di figli per donna, in età fertile, si assesta attorno all’1,24. Si va verso un solo figlio per coppia.

            Questo fenomeno ha la sua origine attorno agli anni novanta. In realtà, lo choc del 2008 sembra aver tracciato una linea netta oltre la quale è entrato probabilmente in gioco un cambiamento di mentalità delle nuove generazioni, unita al venir meno di molte certezze su lavoro, abitazione, prospettive sulla possibilità di migliorare la propria situazione rispetto alla generazione precedente. Non una mancanza di desiderio di famiglia ma più di condizioni da soddisfare in un contesto di politiche pubbliche.

            Culle vuote e migrazioni mal gestite sono una bomba ad orologeria non solo per l’Italia ma anche per il Vecchio Continente. L’Italia ha bisogno di più bambini e di più persone al lavoro che possano sostenere gli anziani a riposo o bisognosi di cure.


            La sfida è anche culturale perché deve meglio declinare e interpretare le capacità di solidarietà tra le generazioni e tra i popoli.
Il fenomeno colpisce maggiormente il Mezzogiorno (-7 per mille) rispetto al Centro (-6,4) e al Nord (-6,1)

Remo Barbi

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