E’ dura la vita senza socialità
Il “Galileo Galilei” di Gravina – un intero istituto professionale – è stato posto in sorveglianza sanitaria e isolamento domiciliare fiduciario dalle autorità sanitarie, poiché entrato in contatto con una persona che a sua volta è stato in stretto contatto con il paziente gravinese ricoverato per Coronavirus. Una quarantena dunque per tutti gli studenti dell’istituto fino al 18 marzo. Il liceo Statale “Giuseppe Tarantino” di Gravina invece ha chiuso, per aver avuta diretta conoscenza della presenza, all’interno dell’Istituto, di persona prossima ad un soggetto di Gravina risultato positivo al test riguardante il coronavirus. Tutto come previsto dalle norme a riguardo. La dirigente del “Galileo Galilei” prof.ssa Antonella Sarpi ha aggiunto che nel caso in cui dovessero presentarsi sintomi della malattia nelle persone sottoposte a quarantena, cioè agli alunni frequentanti l’istituto, le indicazioni sono quelle di “avvertire immediatamente il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta e l’operatore di Sanità Pubblica; di indossare la mascherina chirurgica fornita all’avvio della procedura sanitaria e allontanarsi dagli altri conviventi, di rimanere nella propria stanza con la porta chiusa garantendo un’adeguata ventilazione naturale, in attesa del trasferimento in ospedale, ove necessario”. Non hanno margini, devono rimanere a casa, a tutti i costi e non possono uscire neanche a fare la spesa per la famiglia. Ed è una fatica immane tale status di rincasato. Per i giovani poi la situazione diventa un incubo. Viene così riscoperta la profonda necessità dell’essere umano del bisogno dell’umanità. L’uomo è veramente un animale sociale. Lo stiamo provando tutti in questo momento. E’ profondamente drammatico togliere ad una comunità la socialità. Non è qualcosa di marginale, è qualcosa che attiene alla natura stessa, siamo fatti così, non possiamo vivere senza toccarci, sostiene lo scrittore Stefano Massini, che aggiunge: “… abbiamo avuto l’illusione negli ultimi tempi che tutto sommato potessimo sostituire senza problemi le persone fisiche con altre entità. Lo abbiamo fatto sui luoghi di lavoro con i robot, l’abbiamo fatto virtualmente nella nostra vita comune quando abbiamo preferito chattare con qualcuno online piuttosto che incontrarlo dal vivo e dargli una pacca sulla spalla”. La socialità è insostituibile. Nello Stato d’eccezione il diritto si arresta. Questo stato d’eccezione viene imposto dallo Stato: bisogna rinunciare alla socialità, allo stare insieme, per colpa di un pericoloso virus che contagia e annienta vite umane continuamente in tutto il mondo. Non abbiamo margini: dobbiamo rimanere a casa, per poter un giorno tornare alla pratica insostituibile della socialità.