L’importanza storica di Altamura (Capoluogo di Circondario).
Sul muro di Porta Bari c’è una targa, poco leggibile, non datata, che potrebbe risalire al 1863 e fa riferimento a quando la nostra città era Capoluogo di Circondario. Questa targa andrebbe restaurata come altri particolari e bacheche turistiche abbandonate del centro storico. Una targa uguale esiste a piazza Zanardelli ma è poco visibile, nascosta dalle indicazioni stradali e da una insegna, ma stranamente molto meglio conservata e chiaramente leggibile. Ho approfondito la questione e ho scritto una breve storia dell’importanza di Altamura.
Attorno al IV secolo a.C vennero elevate le poderose mura megalitiche, adesso in parte assenti, in parte in rovina e rese più basse dall’accumulo di detriti nei secoli. Al tempo degli antichi Romani Altamura era parte del Ducato di Puglia ed era un centro abitato di notevoli dimensioni, aveva il suo principale asse di comunicazione nella via Appia. Dopo la caduta dell’Impero Romano, la città fu distrutta da incursioni straniere, che partivano dalle coste. Sia per l’Impero Romano che per la nostra città, forti terremoti sono stati la concausa di decadenza e distruzione. I nomi Petilia, Altilia, Murum, Lupatia, Blera etc sono tra i possibili antichi nomi di Altamura o di nuclei abitati nei pressi. In epoca federiciana, la città fu rifondata da Federico II.
Il territorio di Altamura è fra i più vasti di Puglia (terzo) e d’Italia. I suoi confini furono definiti nel 1243 da Federico II che la dichiarò città libera. Non essendo sede vescovile, era parte della diocesi di Gravina. Col diploma di Melfi, Federico volle anche la Chiesa di Altamura (con la cattedrale costruita nel 1232) indipendente da qualsiasi giurisdizione vescovile, direttamente dipendente dal papa e dall’imperatore, condizione durata fino al Concordato del 1929. Federico morì nel 1250 e,con la morte del figlio Manfredi nel 1266, Altamura passò agli Angioini, iniziando un periodo in cui si alternarono indipendenza e governi stranieri, troppi da elencare tutti. Nel 1256 l’arciprete di Altamura aveva iniziato ad opporsi alla pretesa del vescovo di Gravina di continuare ad esigere le decime, ne scaturì un lungo contrasto. Carlo I d’Angiò nel 1271 donò il feudo di Altamura e Gravina a Ludovico de Bellojoco, fino al 1282, poi a Riccardo di Montmorency, Con la concessione del 1285 a Sparano di Bari, Altamura divenne un nuovo nucleo signorile. Fu Sparano a fortificare la città con la costruzione di mura merlate. Per sottrarre l’arcipretura di Altamura alle continue ingerenze dei vescovi di Gravina, Carlo II la unì al Tesorierato di San Nicola di Bari, riconoscendo come arciprete il Tesoriere. Clemente V nella bolla del 1307 confermò questa unione stabilita da Carlo II.
A riaprire un nuovo contenzioso fu il vescovo Nicola nel 1330. La vertenza fu chiusa da Roberto d’Angiò, che fece valere i suoi diritti sulla Chiesa palatina, riconoscendone l’autonomia. Sotto il regno di Giovanna I, Pipino, volle impadronirsi di varie terre, occupando anche Altamura. Luigi di Durazzo, strinse inizialmente accordo con il Pipino, ma nel 1357 cambiò idea, lo fece arrestare, impiccandolo ad un merlo del castello di Altamura. Con Giovanna, la signoria altamurana fu annessa al principato di Taranto. Gli Orsini Del Balzo furono principi di Altamura dal 1392 al 1486. Re Ladislao, nel 1394, distaccò l’arcipretura di Altamura dalla tesoreria di S. Nicola di Bari, facendola tornare indipendente ma il legame con S. Nicola rimase vivo a lungo.
Nel 1399, Ladislao la assegnò a Raimondello Orsini del Balzo. Nel 1442, con Alfonso I iniziò la dominazione aragonese sul regno di Napoli e quindi in Puglia. I del Balzo la tennero ancora con Giovanni Antonio, ma nel 1463, re Ferrante (Ferdinando I d’Aragona) entrò in possesso anche dei territori di questa casata e approvò capitoli e grazie in favore di Altamura, riannettendola al regio demanio (lo stemma cittadino fu sormontato dalla corona). La Cattedrale vide lavori di restauro e ristrutturazione a seguito del terremoto del 1456 (7.1 dell’Irpinia). Nel 1485 l’arciprete Rossi era riuscito ad ottenere una bolla pontificia che elevava la chiesa a dignità vescovile, poi approvata da Federico d’Aragona nel 1488. Federico nel 1496, dopo la discesa di Carlo VIII, pregò il re di riconfermare tutti i privilegi altamurani. Poche settimane dopo Ferrante II morì e salì al trono Federico, che nel 1497 concesse diverse terre a sua sorella Giovanna IV, tra cui anche Altamura, fino al 1501. Nel 1505 la città venne concessa a Onorato Gaetani.
Nel 1531, dopo la conquista spagnola della Puglia, i cittadini ne riscattarono l’autonomia amministrativa, pagando alla Corona di Spagna 20.000 ducati. Alcuni notabili cittadini si recarono a Napoli dal viceré Pietro di Toledo affinché facesse approvare a Carlo V il regio demanio. Furono riconosciuti ai cittadini di Altamura tutti i capitoli di grazie e i privilegi concessi dai precedenti sovrani, con un documento in pergamena del 1536 chiamato “Libro Rosso”. La città tornava al regio demanio per un breve periodo, in quanto fu ceduta in dote a Margherita d’Austria che andò in sposa a Ottavio Farnese, principe di Parma. Quando nel 1551 l’imperatore decise di spossessare il Farnese di tutti i suoi feudi, tale provvedimento produsse in Altamura una spaccatura. Nel 1556, Carlo V fu costretto a vendere la città alla duchessa di Gravina. Nel 1562 Ottavio la riportò nelle sue mani.
Nel 1601 monsignor Giustiniani, vescovo di Gravina, pretendeva l’annessione di Altamura alla sua diocesi, lanciò l’interdetto contro la città e causò la scomunica nel 1605 di Paolo V, tolta nel 1622 da Gregorio XV. Nel luglio del 1647, nel vice regno di Napoli, scoppiò una sollevazione popolare capeggiata da Tommaso Aniello, (Masaniello). I napoletani si ribellarono ai governatori per le troppe tasse. La rivolta si allargò a tutto il Mezzogiorno. Matteo Cristiano fu un altro dei protagonisti della rivoluzione. Proclamata a Napoli la repubblica, Cristiano abbracciò il partito popolare, prendendo le armi in sua difesa. Per i successi ottenuti in Basilicata gli fu riconosciuta la carica di governatore della regione a gennaio del 1648.Associatosi con Salazar, comandante delle forze popolari per le province di Otranto e Bari, Cristiano si volse prima verso Matera, che occupò, quindi verso Altamura e Gravina, che alzarono le bandiere popolari. Altamura si oppose ai tentativi di riconquista di Gian Girolamo II Acquaviva d’Aragona, e per un breve periodo si autogovernò. La successiva mossa avrebbe dovuto avvenire contro Taranto. La città si sollevò, ma poi ritornò in mano al re. Cristiano si era ritirato e fortificato in Altamura ma fu cacciato dal duca di Martina, che riuscì a ricondurre la Basilicata all’obbedienza regia. Fuggì in Abruzzo dove fu catturato e condotto a Napoli e condannato a morte nel 1653. La signoria dei Farnese finì nel 1731 e la città passò nelle mani di Carlo Borbone che nel 1748 istituì l’Università degli Studi, attiva per più di mezzo secolo. Per questo Altamura fu chiamata l’appula Atene e dopo è rimasta centro di studi, a cui accorrevano anche dalla Basilicata.
Durante l’occupazione francese il 9 febbraio 1799 (il 21 piovoso) il Regno di Napoli venne suddiviso in 11 Dipartimenti in base all’idea di identificare territori regionali in corrispondenza di bacini idrici. Il distretto di Altamura entrò a far parte del Dipartimento del Bràdano, con capoluogo Matera. Quando Matera si schierò dalla parte dei realisti, la sede del governo fu spostata ad Altamura. Dopo i combattimenti di Altamura e di Picerno, il distretto fu conquistato dai sanfedisti portando alla prima restaurazione dei Borboni a Giugno.
Il secondo ritorno dei francesi nel 1806 si ebbe coi re Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat, i quali regnarono fino al 1815. Palazzo Viti ospitò, dal 1808 al 1817, la Corte d’Appello di Terra di Bari, Basilicata e Terra d’Otranto, concessa da Murat per i meriti del 1799, per i quali Altamura fu soprannominata “Leonessa di Puglia”. Il distretto di Altamura era una circoscrizione amministrativa di II livello, subordinato alla provincia di Terra di Bari (I livello), era suddiviso in 7 circondari (III Livello) che erano formati da uno o più Comuni (IV Livello). Gli altri distretti di Terra di Bari erano quelli di Bari e Barletta. Con la restaurazione del 1815 Ferdinando IV di Napoli e III di Sicilia riunì la parte continentale e quella insulare a formare il Regno delle Due Sicilie.
Nel 1848 Le tensioni ad Altamura furono elevate. Domenico Tranaso, notaio, si era unito alla sezione Progressisti dei Carbonari, tenne discorsi alla folla, mettendo in evidenza le lamentele contro il governo ma poi lui e suo figlio furono arrestati. Durante il Risorgimento Altamura fu sede del Comitato Insurrezionale Barese. Il 16 dicembre 1857 ci fu uno dei più distruttivi terremoti italiani ed europei (M=7), il primo documentato fotograficamente; 3 violentissime scosse devastarono gran parte della Basilicata e parte della Campania, già colpite dal forte terremoto del 1851. Questi terremoti devono aver contribuito alla rovina del castello di Altamura, che ancora risultava esistere, in una enciclopedia del 1860, i cui dati però erano stati raccolti negli anni precedenti. Questa situazione sia di debolezza del territorio e delle istituzioni, sia di voglia di ripresa, agevolò la spedizione di Garibaldi, che sbarcò a Marsala nel 1860, e si proclamò dittatore dell’isola nel nome di Vittorio Emanuele. Lo stesso successo non fu ottenuto da Pisacane a Sapri, pochi mesi prima del terremoto. A maggio Garibaldi vinse la battaglia di Calatafimi e poi conquistò Palermo. In agosto insorse la Basilicata. Il Comitato d’Ordine Provinciale di Bari, decise uno spostamento della sede ad Altamura anche perché erano più facili i rapporti col movimento unitario della Basilicata.
Garibaldi e i suoi sbarcano sul Continente. Altamura, divenuta centro di reclutamento di uomini e armi di tutta la Puglia, proclamò il primo Governo Provvisorio per la Puglia, con Ottavio Serena Segretario. Il 9 settembre la sede del Governo Provvisorio si trasferì a Bari ma gli altamurani furono premiati, con 4 concittadini nel Governo. Nello scontro con le truppe borboniche nella battaglia del Volturno Garibaldi vinse e l’Italia meridionale veniva sottratta ai Borbone. Il 21 febbraio 1861 si ebbe la Proclamazione del Regno d’Italia e fu esteso lo Statuto Albertino. Il decentramento amministrativo borbonico (province, distretti, circondari e comuni) venne sostituito da quello sabaudo (province, circondari, mandamenti e comuni). Lo Statuto Albertino non prevedeva norme edilizie antisismiche e furono perse efficaci norme per la prevenzione e gestione delle catastrofi, primo Regolamento antisismico d’Europa, creato dai Borboni dopo il terribile terremoto del 1783. Dal 1863 al 1926 Altamura fu capoluogo di circondario, costituito dai Mandamenti di Altamura, di Cassano, di Gioia, di Gravina, di Grumo, Binetto e Toritto, di Noci e Alberobello, di Santeramo.
Nel 1923 Mussolini, volendo creare la Provincia di Taranto, considerò l’annessione ad essa di cinquantuno Comuni, tra cui Alberobello del circondario di Altamura. Gli Alberobellesi non vollero e si dissociarono. Nel 1927, quando fu creata anche la Provincia di Matera, il regime fascista, abolì i circondari e si perse anche la divisione in mandamenti, termine però rimasto nel linguaggio della mafia, a dimostrazione delle radici di questo fenomeno criminale. Forse in quel periodo si parlò di far diventare Altamura capoluogo di Provincia per la Basilicata al posto di Matera, ma non ho trovato elementi certi a supporto di voci che vedevano gli altamurani contrari.
Nel 1970 venne comunicato un Disegno di legge d’iniziativa dei senatori Genco, Ferrari, Follieri e Bonadies, che prevedeva l’istituzione della Provincia di Altamura. Fu scritto che la costituzione della provincia era più che consigliata, in base a varie considerazioni, anche di tipo storico (nei secoli ebbe concessioni e rinnovazioni dei propri privilegi di autonomia e riconoscimenti della propria importanza, da Sommi Pontefici, sovrani e gran maestri dell’Ordine gerosolimitano di San Giovanni.). Il territorio avrebbe compreso la zona delle Murge, (di cui Altamura occupava una posizione centrale, come importante nodo stradale e ferroviario), una fascia che comprendeva Minervino, Spinazzola, Poggiorsini, Gravina, Cassano e Santeramo, in un territorio a caratteri ecologici simili e condizioni economico sociali quasi uniformi. La delimitazione territoriale della provincia di Altamura coincideva con quella considerata nel decreto del Ministro dell’agricoltura del 17 aprile 1967. Evidentemente questo Disegno di Legge non si concretizzò.