Le ragioni del NO al radioattivo nel Bosco “Difesa Grande” di Gravina
Abbiamo interrogato il Comitato di consultazione popolare di Gravina in Puglia per conoscere quali sono le ragioni del NO al radioattivo nel Bosco “Difesa Grande”:
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Giuseppe Lapolla, referente del Comitato di consultazione popolare di Gravina in Puglia, quali sono le ragione del NO al radioattivo nel Bosco “Difesa Grande”?
- La nostra terra e il Sud in particolare, che possiede la quota di territorio paesaggisticamente più qualificata del nostro paese, non può essere il luogo di stoccaggio di scorie radioattive prodotte in altre regioni o nei dismessi siti delle centrali nucleari italiane;
- La nostra Murgia vuole liberarsi dal suo destino di “area interna” e per farlo vuole puntare su progetti territoriali qualificanti che possano incentivare il turismo ambientale, culturale e il cosiddetto turismo “dolce” e sostenibile. Murgia non vuol dire area sfortuna!
- La prossimità di questo eventuale deposito a parchi naturalistici come quello dell’Alta Murgia o al Parco Regionale della gravina di Gravina in Puglia (già individuato con la L.R. 19/97) è un chiaro segnale negativo per la promozione turistica della nostra terra e per gli eventuali risvolti economici negativi che ne deriverebbero;
- Le caratteristiche della nostra terra fatta di argilla e soprassuoli fertili è patrimonio insostituibile! Un’agricoltura qualificata, costituita da seminativi votati alla produzione di grano duro italiano, non può diventare deposito di stoccaggio di scorie. Che fine faranno le aziende agricole presenti in loco, le masserie antiche, le piscine, i fienili, i pozzi e le architetture di antiche testimonianza del lavoro dell’uomo e della antica tradizione agricola?
- Paradossale sarebbe la violazione dell’area Parco e NATURA 2000 Puglia con un deposito di scorie nucleari: basti tenere conto che gli agricoltori che ricadono in queste aree sono vincolati da una serie di limitazioni imposti dallo stato Italiano e dall’UE per preservare questi siti di alto valore naturalistico, ambientale e paesaggistico.
- In un territorio dove è riconosciuta la presenza di svariate specie autoctone vegetali e animali in via d’estinzione, la produzione di prodotti agroalimentari DOP ed IGP; quale futuro potrà determinarsi per nostra agricoltura? Ad esempio il pane di Altamura (DOP), i pregiati vini che si producono sul nostro territorio o la produzione della lenticchia I.G.P. che fine faranno?
- Siamo fortemente convinti che la scelta di allocare l’individuazione del sito di Gravina attigua al “SIC Difesa Grande” (Sito di Importanza Comunitaria) sia sbagliata: dalle carte si evince come l’area individuata dalla CNAPI “ricalchi” il confine del SIC senza il rispetto dei buffer (fasce di pertinenza) di salvaguardia dell’area protetta. In tal senso va presa in seria considerazione la questione importantissima dell’approvazione del regolamento sulle aree contigue, come proposto nell’incontro congiunto tra il Parco dell’Alta Murgia e i sindaci dei comuni murgiani, cioè quelle aree di rispetto e di pertinenza che devono garantire un’adeguata distanza da siti di pregio ambientale;
- Siamo convinti che il bosco Difesa Grande, già preda d’incendi e di aggressioni antropiche avvenute negli ultimi anni, è stato inteso dalla comunità locale come una risorsa insostituibile e ancora oggi è percepito come luogo di tutela ambientale, di svago e spazio verde ricreativo per i tanti cittadini che lo frequentano. La presenza del deposito radioattivo potrebbe sminuire gli sforzi di un’intera comunità che punta tutt’oggi sulla sua rinascita dopo gli incendi devastanti che l’hanno distrutto. Militarizzare centinaia di ettari di paesaggio agricolo e boschivo ci sembra una soluzione sbagliata!
La redazione
Scatto di Carlo Centonze