La tradizione contagia, calzoni di ricotta al ragù
I calzoni di ricotta al ragù: un primo piatto sopraffino della leggenda gastronomica contadina. La tradizione è infettiva, contagia le nuove generazioni. Infatti le giovani mamme, con il distaccamento sociale in atto, sono lì a preparar minestre, quelle prelibatezze che preparava la nonna: “sono buonissime” esclamano i figli. Certo, in tempo di CoViD-19, si riscoprono sapori dei piatti d’altri tempi. Un tempo si preparavano la domenica e nei giorni di festa, nelle case dei contadini e della gente perbene i calzoni di ricotta al ragù. Ed era una gioia sin dal mattino per i nonni e i fanciulli durante la preparazione dell’impasto di ricotta con i tuorli d’uovo, lo zucchero, la scorza di limone e la cannella. E si amalgamava la pasta con la farina e la semola, con il bianco d’uova e un po’ d’acqua calda: si stendeva una sfoglia di qualche millimetro di spessore. Il bicchiere era lì pronto, per essere premuto, con la gioia dei piccoli, sull’impasto ricoperto di sfoglia, per ricavarne una piccola mezza luna. Il piacevole compito della massaia era quasi terminato: i calzoni erano pronti, sulla tovaglia a quadretti rossi e bianchi, con un pugno di farina sparsa, allineati ad asciugare, per poi essere punti con una forchetta. Non appena l’acqua salata della pentola giungeva ad ebollizione i calzoni venivano “calati e tolti”, come si suol dire, non appena risalivano in superficie. Il ragù fatto preferibilmente con carne di maiale era il giusto condimento, con un pizzico di formaggio se gradito. Una leccornìa deliziosa al palato della nostra gente lavoratrice, di gusto finissimo, oggi piatto preferito dai turisti e dai cineasti attratti dalle bellezze del nostro territorio.
Raccontiamolo ai ragazzi!